Fai la conoscenza delle donne che hanno forgiato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Sebbene Eleanor Roosevelt sia stata una forza trainante nell’ideare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ci è voluto uno sforzo di squadra, che includeva molte altre donne, per trasformarla nel documento realmente universale che è oggi.

Eleanor Roosevelt è molto famosa per il suo ruolo di guida nella stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, ma anche altre donne hanno contribuito a rendere la Dichiarazione Universale realmente “universale”.

A Hansa Mehta, dall’India, viene attribuito il merito di aver cambiato la frase: “Tutti gli uomini nascono liberi ed uguali” dell’Articolo 1, in “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali”. Era il cambiamento di un termine che ha determinato tutta la differenza.

Begum Shaista Ikramullah, del Pakistan, ha sostenuto l’Articolo 16 sulla parità di diritti nel matrimonio per combattere i matrimoni tra minori e quelli coatti. Minerva Bernardino, della Repubblica Dominicana, ha sostenuto con successo l’inclusione della parità tra uomini e donne nel preambolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Bodil Begtrup, della Danimarca, ha sostenuto che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dovesse riferirsi a “tutti” o “chiunque” come detentore di tali diritti, anziché “tutti gli uomini”.

Molte donne hanno aiutato a rendere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ciò che è oggi, tra queste (da sinistra) Angela Jurdak Khoury, del Libano; Fryderyka Kalinowski, della Polonia; Bodil Begtrup, della Danimarca; Minerva Bernardino, della Repubblica Dominicana; e Hansa Mehta, dell’India.

Evdokia Uralova, della Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa, ha sostenuto la parità di retribuzione per le donne e, grazie a lei, l’Articolo 23 afferma: “Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro”. Insieme a Fryderyka Kalinowski, della Polonia, e Elizaveta Popova, dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, lei ha sottolineato i diritti delle persone nei territori non autonomi di cui all’Articolo 2.

Lakshmi Menon, dell’India, ha sostenuto l’“universalità” dei diritti umani, insistendo che se le donne e le persone sotto il dominio coloniale non fossero esplicitamente menzionate nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, allora non sarebbero state considerate incluse tra i “tutti”.

“Eleanor Roosevelt è molto famosa per il suo ruolo di guida nella stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, ma anche altre donne hanno contribuito a rendere la Dichiarazione Universale realmente ‘universale’.”

Marie-Hélène Lefaucheux, dalla Francia, ha esortato a includere la nondiscriminazione basata sul sesso contenuta nell’Articolo 2, che dice: “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o di altro genere, di origine sociale o nazionale, di beni, di nascita o altra condizione”.

Queste e altre donne che hanno contribuito alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani si sono assicurate che il documento garantisse la parità per tutti.

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